martedì 11 dicembre 2018

Hoax Festival

Vi aspetto in compagnia di Francesca Caldiani, giovedì 13 dicembre a Udine, per l'evento conclusivo dell'Hoax Festival, l'inganno della realtà.


lunedì 29 ottobre 2018

Alieni a Lucca

Alieni a Crema sarà presente a Lucca Comics & Games allo stand Plesio Editore (stand 175, padiglione Carducci). Io sarò allo stand un po' a intermittenza ma mi trovate di sicuro venerdì dalle 17 alle 18 e sabato dalle 16 alle 17.

martedì 23 ottobre 2018

Adamo ed Eva. La vera storia.


Sei giorni ci aveva messo e senza nemmeno guardare le istruzioni. Aveva avuto un’illuminazione e quindi era partito dalla luce. E poi l’acqua, la terra, le montagne e quando fu a corto di idee, inventò pure l’erba. Decise di fare un po’ di ordine e separò il giorno dalla notte, che punteggiò di stelle. Aveva fatto proprio un gran lavoro. Si mise a contemplarlo a bocca aperta quando un moscerino gli si infilò nel cavo orale. Non ricordava neanche di averli creati quei maledetti moscerini. Lo sputò e inavvertitamente diede vita a un blocco informe di fango.
Il primo uomo, presa coscienza, si tolse la saliva dall'occhio e, disgustato, bestemmiò.
Non fu un buon inizio.

- Ti chiamerò Adamo.
- Grazie Signore. Ma dove mi trovo esattamente?
- Sei nell'Eden, non è un paradiso qui?
Adamo annuì poco convinto.
- E che si fa di bello?
- Si ammira il Creato.
Adamo si annoiò presto di ammirare il Creato. Il cielo, il mare, il tramonto, la notte, le stelle. Due palle. Prese così a ispezionarsi il corpo, che trovava molto più interessante. Si grattò il sedere, si annusò le ascelle, e quando ebbe finito di esplorarsi le narici, tutto gli parve chiaro. Tutto tranne una cosa. A che serviva quella piccola coda che aveva tra le gambe? La tastò e ritastò e si accorse che dava piacere.
- Adamo! - tuonò Dio - Guarda che ti vedo.
Adamo trasalì e smise di trastullarsi.
Nei giorni a seguire Dio sorprese Adamo più volte intento a giocare con il suo Adamino, come lo aveva ribattezzato.
- È che mi sento solo - si giustificò lui l'ultima volta.
- Ti senti solo?
- Sì, voglio compagnia.
- Vuoi un cane? Un gatto? Una zebra?
Adamo annuì senza capire. Non aveva mai visto un cane o una zebra.
Dio si lasciò prendere la mano e creò migliaia di specie animali.
- Così non ti sentirai più solo - disse soddisfatto l'Eterno - con questo unicorno rosa credo di avere dato fondo alla mia fantasia.
E in effetti Adamo smise di sentirsi solo e iniziò ad accoppiarsi con ogni bipede e quadrupede che Dio gli aveva messo a disposizione. Pecore, avvoltoi, gnu, scimpanzé, tigri bianche del Bengala. Poche specie furono risparmiate da Adamino.
- Così non va - tuonò di nuovo il Creatore dopo aver sorpreso Adamo con l'unicorno.
- È colpa sua - cercò di scusarsi Adamo, additando il quadrupede rosa.
In un gesto di stizza Dio disse all'unicorno di sparire e di non farsi più vedere.
- Non so più cosa fare con te. Ti ho creato l'Eden e tu pensi solo a fornicare.
- Veramente con le formiche non ho ancora... ma pensi che sia possibile?
- Zitto! - Lo interruppe l'Altissimo - mi hai molto deluso.
- Sì, però anche tu...
- Io cosa? - gli occhi di Dio si fecero sottili e minacciosi.
- Tu mi hai messo questo coso tra le gambe. In che altro modo potrei usarlo?
Dio prese a grattarsi la barba. Non ricordava in effetti il perché. Del resto Adamo era una creatura nata per caso da un pezzo di fango. O forse era argilla? Ma che differenza poteva fare. Doveva pensare a qualcosa e subito, essere propositivo, proattivo, produttivo.
- Quello... quello serve... alla pro… alla procreazione - disse infine soddisfatto.
- Procreazione?
- Procreazione, esatto. E ora, se permetti, crederò un'Adama.
Così facendo si avvicinò all'uomo e gli strappò un pelo dal petto.
- Ahi, porco... - bestemmiò Adamo. - Mi hai fatto un male cane.
- Serve per il dna - disse compiaciuto l'Eterno, rimirando tra le mani il pelo arricciato - ma se preferisci posso usare una costola.
L'uomo si zittì e Dio creò la prima donna.

Quando Adamo vide ciò che Dio aveva realizzato per lui e soprattutto notò il seno prorompente, le lunghe gambe snelle e il culo sodo (in seconda battuta notò anche la fluente e vaporosa chioma e in sesta pure gli occhi, nel senso che ne aveva due) esclamò: - Porca Eva! Molto meglio dell'unicorno.
Il primo complimento che l'uomo fece a una donna piacque a Dio, che decise che la fanciulla si sarebbe chiamata Eva.
Eva salutò Adamo con gesto della mano. Aprì la bocca ma non riuscì a emettere alcun suono.
- Ma non parla? - chiese preoccupato l'uomo.
- No, credo sia meglio così.
- Sicuro?
- Fidati.
Adamo si accigliò - ma se potesse anche parlare sarebbe meglio, no?
- E va bene, però io ti avevo avvisato.
Dio le diede un pizzicotto ed Eva strillò.
- Ora però il processo è irreversibile - ammonì l'Eterno scuotendo la testa e allontanandosi per lasciarli soli.
Eva iniziò un monologo che Adamo seguì per soli 5 secondi, poi la sua attenzione scese dagli occhi di lei al seno.
- Ti ho mai parlato di Adamino? - le chiese interrompendola.
- No, per la verità non mi hai ancora raccontato niente di te e di cosa si faccia da queste parti.
Eva si guardò intorno per la prima volta. - Sembra un posto carino, come hai detto che si chiama?
- Eden.
- Mai sentito - commentò con sufficienza. - E che si fa di bello? Come passi le giornate?
- Vedo cose. Mi faccio animali.
- Scusa?
- Ti stavo appunto dicendo di Adamino. Seguimi che ti mostro.
Adamo prese Eva per una mano e la condusse dietro un cespuglio. Non era del tutto certo che il tizio con la barba bianca approvasse e neanche che un cespuglio li potesse nascondere da quell'impiccione.
- Mettiti lì- le ordinò.
Lei si sedette per rialzarsi subito con uno scatto – Ahi.
- Che è successo?
- Mi ha punto qualcosa, mi sa una spina - mugugnò Eva, mostrando a Adamo il suo generoso fondoschiena.
Adamo ebbe un’improvvisa e incontrollata erezione.
- Guarda, le more - esclamò Eva allontanandosi.
- Le che? Le more? Ma dove vai?
La ragazza non rispose intenta a cogliere una bacca e ad assaggiarla.
- Mmmh, squisita, paradisiaca - disse prima di coglierne un'altra che porse all’uomo.
- Dai, assaggia!
Adamo non aveva mai assaggiato nulla del Creato prima.
- Sai che non è niente male, chissà cos’altro si può mangiare in questo posto.
- Ad esssempio un mela - sibilò qualcuno tra i cespugli.
Adamo osservò un serpente strisciare verso di lui.
- Ci conosciamo?
- Non in senssso biblico – tenne a precisare il rettile.
- E in quale altro senso?
- Lasssia perdere. Tu Adamo non sssai niente.
- E tu invece? - chiese Eva aggrottando un sopracciglio.
- Io ho la conosssienza.
- E dove l’hai trovata questa conosssienza - domandò Adamo facendogli il verso.
- Vedi quell’albero di mele?
Adamo ed Eva si voltarono verso la pianta e poi di nuovo verso il serpente.
- Beh, lo sappiamo anche noi che quello è un albero di mele.
- Ma non avete mai mangiato una mela. Mangiare una mela al giorno… leva l’ignoranza di torno - recitò compiaciuto il rettile.
- Cioè, se mangiamo una mela al giorno…
- Potressste diventare molto più intelligenti e issstruiti.
- Del tipo?
- Beh, ad esssempio potressste possstare sui sssocial opinioni su qualsssiasi argomento.
- Social?
- Sì, beh, quando il vossstro padrone vi darà il permessso di crearvi un account tutto vossstro.
- Padrone? Intendi quel tizio con la barba bianca che rompe sempre?
- Esssattamente - ammiccò il serpente.
- Lui non è il nostro padrone - chiarì Adamo.
- A no? Beh, allora provate a chiedergli ssse potete mangiare le mele di quell’albero.

Adamo ed Eva andarono a cercare il Creatore. Lo trovarono intento a preparare uno strano impasto.
- Una nuova donna in arrivo? - Chiese tutto interessato Adamo. Perché la prossima la vorrei con più tet…- Eva gli mollò una gomitata nel fianco che gli tolse parole e respiro.
Dio rise - No, per carità, niente altre donne, non basta forse questa splendida creatura di cui ti ho fatto dono? In realtà sto preparando una torta di mele.
- Una torta di mele?
-Sì, non sono molto bravo con i dolci. Il mondo, l’universo, beh, quelli li puoi creare un po’ così, seguendo l’ispirazione del momento. Ma i dolci… i dolci no, serve metodo. Bisogna essere precisi con le dosi e poi servono ingredienti di qualità. È per questo che ho creato quel meraviglioso melo, vedete laggiù?
-Ecco, appunto, ci chiedevamo se…
-Se?
-Se potevamo assaggiare le mele di questo albero.
-Stai scherzando? Quelle mele non si toccano, mi servono tutte per la torta.
- Ma noi…
- Guarda Adamo, non farmi pentire di averti creato. Guai a te se solo di avvicini a quell’albero. Quando avrò fatto la mia torta di mele, beh, se farete i bravi ve la farò assaggiare.
Adamo ed Eva si allontanarono a testa bassa.
- Ha ragione il serpente - iniziò lei.
- In cosa?
- Quel tizio si crede il nostro padrone.
- No, non lo è.
- Oh, sì, invece. Lui ti dice cosa fare e tu gli obbedisci come un cagnolino. Ma chi si crede di essere?
- Guarda che io qui posso fare ciò che voglio.
- Beh, allora dimostramelo.
- Dimostrarti cosa?
- Che non fai tutto quello che ti dice quel vecchio. Andiamo ad assaggiare quelle mele. Anzi, facciamo una torta più grande della sua, così vedremo chi comanda qui.

- Allora che vi ha detto? - li interrogò il serpente una volta di ritorno.
- Che possiamo mangiare tutte le mele che vogliamo - rispose stizzita Eva.
- Ha detto quesssto?
-Beh, veramente - esitò Adamo. - Ma davvero potremo fare i tuttologi sui social? Fare i costituzionalisti e allo stesso tempo il CT della nazionale?
- Asssolutamente sì. E prenderete pure un mucchio di like, vi riempirete di follower e potrete anche vendere l’acqua del mare al cosssto dello champagne.
- Che potremo fare?
- Lasssia perdere. Non sssai nulla, Adamo. Sssei una capra. Ma dopo aver asssaggiato la mela…
- Ha ragione, sei una capra - concordò Eva. - E pure un coniglio.
- Ma se poi si arrabbia? Non sai di che cosa è capace quello.
Eva sbuffò. - Ho capito, ci penso io. Gli uomini… buoni a nulla.
Ancheggiò fino all’albero. Lo osservò dal basso, individuò la mela più rossa e con un salto la afferrò.
Poi si girò soddisfatta verso Adamo.
- Visto? Non ci voleva molto.
Adamo le venne incontro. E dietro di lui il serpente che si umettò soddisfatto le labbra con la lingua biforcuta.
- Una mela al giorno leva il medico di torno – recitò.
- Cos’è un medico? - Chiese Adamo.
- Oh, niente. Mangia la mela Adamo, e non avrai più bisssogno del medico. Tutt’al più ti basssterà consssultare google.
Adamo ed Eva si strinsero nelle spalle. Non avevano ancora mangiato la mela, che potevano capire?
- La mordiamo insieme - propose Eva. - Aspetta- disse prima di mettere la mela in mezzo, tra le loro bocche.
- Che romantico - commentò ironico il serpente.
Contarono fino a tre. E addentarono la mela.
La terra tremò e sia Adamo che Eva si accorsero di essere nudi.
- Dobbiamo subito fare shopping! - osservò con terrore lei.
- Shopping un corno! - Tuonò Dio. - Ma porca Eva, vi avevo detto di non toccare le mie mele.
- È stata lei. L’ha presa lei la mela- mugugnò impaurito Adamo. - Io non volevo. Manco so cosa sono i social.
- Eva perché hai fatto questo? – le chiese il Creatore.
- È il serpente che mi ha ingannato.
- Io? - Si schermi il rettile.
Dio fissò il rettile – Poiché tu hai fatto questo, sii maledetto fra tutti gli animali, striscerai con il tuo ventre…
- Ehm, vecchio, guarda che già ssstrisssio. Mi hai mai visssto sssaltellare?
- Zitto, io porrò inimicizia tra te e la donna.
- Ma chi se la fila quella?
Dio si spazientì, ignorò il serpente e si rivolse a Eva - E tu donna, resterai sottomessa all’uomo e… e partorirai nel dolore. Ecco partorirai nel dolore – ripeté soddisfatto.
- Che palle. Tutto per una mela?
Dio infine guardò Adamo che pareva sollevato.
- Quindi mi sarà sottomessa? Del tipo che laverà, cucinerà, stirerà… dopo che avremo trovato dei vestiti si intende…
- Zitto, uomo. Non è finita. Tu andrai lavorare per tutti i giorni della tua vita.
- Tutti, tutti?
- No, la domenica l’accompagnerai all’Ikea!
- Ma lavorerò fino alla pensione?
- Quella scordatela.
- Ma neanche con la quota 100?
- Ahahahah, è questa la conoscenza che ti ha promesso quella serpe?
- Ok, però niente parto doloroso, eh.
- No, niente parto doloroso - disse l'Eterno puntandogli addosso l’indice - tu, uomo non partorirai nel dolore. A te andrà ben peggio: soffrirai le pene dell’inferno anche con la febbre a 37!





domenica 14 ottobre 2018

Intervista a Stranimondi

Con il Bistrot dei Libri a Stranimondi 2018. Si parla di Alieni a Crema.


LINK





mercoledì 3 ottobre 2018

Stranimondi 2018

Ormai ci siamo, Stranimondi è alle porte. Se amate la narrativa fantastica è qui che dovrete essere nel week end del 6 e 7 ottobre.



Il programma completo della manifestazione lo trovate qui https://stranimondi.it/programma

Da non perdere, sabato alle ore 14 "La letteratura della diversità", panel con Francesca Caldiani, Dario Tonani, Domenico Gallo e il sottoscritto come moderatore.
E poi domenica, alle 16.30, ci sarà la presentazione di Alieni a Crema, per la conduzione di Francesca Caldiani.
Siateci. Siate strani.



giovedì 28 giugno 2018

Piccolo glossario dell'editoria

Scrittore. Colui che gli altri considerano tale anche se non hanno mai letto un suo libro (o forse proprio per quello).

Scrittore famoso. Colui che viene invitato in televisione e intervistato da gente che non ha mai letto un suo libro ma che almeno si è fatta preparare due appunti dalla redazione con grande dispendio di post-it.

Aspirante scrittore. Colui che non si decide a scrivere perché ha già capito, nel profondo, che è una fregatura. Questo non gli vieta comunque di frequentare l’ambiente e convincersi sempre di più che è meglio continuare ad aspirare che mettersi a scrivere.

Scrittore esordiente. Colui che al dodicesimo libro arriva finalmente a pubblicare per un grosso editore che gli rifà una verginità.

Scrittore emergente. Scrittore che non emergerà mai. 

Ghost writer.  Scrittore che ha un alibi per non emergere.

Poeta. Uno che non ha capito che navigatore o santo era meglio. O comunque più facile o con più sbocchi professionali.

Editore non a pagamento. Editore.

Editore a pagamento. Uno che fa l’editore con il culo i soldi degli altri (di solito dello scrittore o di un suo congiunto).

Piccolo editore. Scrittore che non trovando un editore disposto a pubblicarlo ha deciso di aprire una casa editrice.

Scrittore autoprodotto (self). Come sopra, ma si è risparmiato nell’ordine 1) di aprire partiva IVA 2) di mantenere il commercialista 3) di sobbarcarsi la lettura di manoscritti altrui.

Grande editore. Chi può permettersi di pubblicare libri di ogni genere o di nessun genere, di scrittori famosi o di perfetti sconosciuti. Tanto i soldi li fa grazie al gioco dei resi, con i libroidi e con geniali invenzioni come i flipbook.

Medio editore. Piccolo editore che si dà un tono pubblicando autori americani che scrivono sotto l’effetto di oppiacei o metilendiossimetanfetamine o qualsiasi altra cosa che passi per cerebrale e assolutamente non di genere.

Distributore.  Vi posso direttamente fare nome e cognome che faccio prima.

Editor. Colui che ha come compito distruggere l’autostima dello scrittore. È un lavoro duro ma qualcuno lo deve fare. E c’è chi lo fa con gusto.

Correttore di bozze. Colui che vede il refuso al primo colpo, dopo che lo scrittore ha riletto quella parte 100 volte. Facile, eh, notare la pagliuzza nell’occhio del fratello.

Agente letterario.  Colui che fa un lavoro che ormai da anni gli editori, specie quelli grossi, non hanno più tempo/voglia di fare: rispondere, anche per dire solo di no, agli scrittori.

Ufficio stampa. Colui che cerca di far uscire sui giornali, che nessuno più legge, interviste e recensioni di libri che nessuno leggerà. Tranne lo scrittore.

Blogger. Colui che prova a leggere a scrocco in cambio di recensioni sgrammaticate e con costruzioni sintattiche innovative. 

Book Influencer.  Avete davvero comprato un libro solo perché una tizia ve lo ha mostrato tra una tazzina di tè e una tappezzeria floerale?

Critico letterario.  Scrittore che scrive su un giornale di scrittori amici che scrivono libri. Comunque meno letto del blogger e meno influente dell’influencer.

Libreria indipendente. Attività paracommerciale gestita da un folle che non ha capito in che paese vive. In un’altra vita aprirà una macelleria in un quartiere di vegani.

Libreria di catena. Cartoleria in cui è concesso ai dipendenti di erigere la classifica dei loro libri preferiti. Purché pubblicati da grossi editori, meglio se dello stesso gruppo editoriale a cui appartiene la libreria.

Lettore. Esemplare umano a rischio estinzione o trasformazione in scrittore, libraio, blogger, editor …

mercoledì 9 maggio 2018

Ci vediamo al Salone del Libro di Torino

Da venerdì 11 a domenica 13 maggio mi trovate al Salone del Libro di Torino.
Sarò a promuovere il mio nuovo romanzo, Alieni a Crema, presso lo stand di Plesio (padiglione 1, stand E42). Ci starò da venerdì pomeriggio a domenica sera.

Però mi potete trovare anche allo stand della Gainsworth (pad 2, stand H10) perché là c'è un altro mio figlio, L'ombra del primo re (e ho un firmacopie domenica dalle 11 alle 12). Insomma, sarò uno e bino.
Se siete al Salone passate per un saluto. E magari anche un caffè. Doppio.

venerdì 6 aprile 2018

Alieni in arrivo

È una calda giornata d’estate e il sindaco di una cittadina di provincia si sta godendo il week end nella sua casa di villeggiatura quando suona il campanello: sono i servizi segreti e sono venuti a prelevarlo. Il Presidente del Consiglio lo attende d’urgenza a Roma. Una questione di sicurezza nazionale.
Nella capitale il premier comunica al disorientato sindaco che la sua città, Crema, dovrà ospitare per dieci giorni cento abitanti di un pianeta lontano. È in gioco il prestigio del paese.
Cosa sono venuti a fare cento alieni a Crema? Quale segreto nascondono?

Lo scoprirete solo leggendo Alieni a Crema, il mio nuovo romanzo edito da Plesio. Ma non aspettatevi il solito romanzo di fantascienza, perché Alieni e Crema è molto di più.

Alieni a Crema sarà presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino e sarà ordinabile in libreria dal 30 aprile.

giovedì 15 marzo 2018

Città invisibili: Editoria

Esiste un luogo in Italia chiamato Editoria. La città di Editoria, che fa rima con Pretoria se spostate l’accento sulla o, non è una grande città. All’estero centri simili sono delle piccole metropoli, ma Editoria (avete aggiustato l’accento?) è solo una città di medie dimensioni in mezzo alla campagna.
La campagna che sta attorno a Editoria è popolata da strani esseri in via di estinzione, chiamati Lettori. L’economia di Editoria si basa in gran parte sullo sfruttamento del suo contado. È un duro lavoro quello del Lettore, ma sembra che qualcuno non solo lo debba fare, ma pure ci si diverta. Senza i Lettori non esisterebbe Editoria, perché le altre attività economiche della città, come il baratto o le sfilate, non le permetterebbero di sopravvivere.


Editoria ha una discreta periferia e un piccolo e grazioso centro storico. Piazza Dante, corso Leopardi, viale Manzoni sono tutti luoghi che gli abitanti di Editoria, così come i Lettori, conoscono bene. Qui i Lettori, fin da piccoli, vengono portati in gita scolastica. E qualcuno di questi poi sogna di venire a vivere in quel grazioso centro. Ma un conto è venirci da turisti e un conto da abitanti. Perché trovare casa e lavoro a Pretoria, scusate, a Editoria, non è facile. Per prima cosa gli abitanti di Editoria non amano che i Lettori lascino la campagna per trasferirsi in città. E la ragione è chiara. Poi chi li mantiene?

In realtà per chi viene dalla campagna un posticino in periferia non è difficile da trovare, ma bisogna stare molto attenti ai vari approfittatori, che se Editoria avesse il mare… no, non sarebbe una piccola Bari, se Editoria avesse il mare, la sua periferia sarebbe piena di scafisti. Insomma, ci sono dei quartieri periferici di Editoria che è meglio non frequentare, nonostante a volte capiti di incontrare proprio qui qualche illustre cittadino.
Comunque un posto dove non è difficile trovare sistemazione è il sobborgo di Self, che in breve tempo è diventato il più popolato della città. Certo, è un postaccio ed è molto facile ritrovarsi come vicino uno Spammer, ovvero un adoratore del dio Spam, in pratica un membro di una setta che crede che a furia di pregare amici, parenti e gente a cui si è appena chiesta l’amicizia su facebook prima o poi si possa venire accolti in centro. E con grandi onori. Inconsapevoli che Editoria, il centro di Editoria, è protetto da alte mura.

Non ve ne ho ancora parlato, vero? Delle mura che separano il centro dalla periferia? Rimedio subito. Gli abitanti le chiamano Distribuzione. Se abiti dentro le mura sei un “distribuito”, ovvero hai titolo per farti mantenere dai Lettori. Titolo, ma nessuna certezza, perché i Lettori spesso vogliono scegliere cosa leggere e questo è un problema. Ogni volta che ciò accade si dice che le mura di Editoria abbiano un sussulto.
Qualche tempo fa un imprenditore venuto da fuori, un certo signor Amazon, ha costruito proprio in centro un palazzo alto enne piani. Se vi approcciate a Editoria dalla campagna, lo vedete che spicca nello skyline. Si dice che il palazzo sia così alto che faccia ombra su mezza città. La cosa che più dà fastidio a certi abitanti di Editoria è che voi possiate vedere un pezzo del centro standovene fuori dalle mura. Perché se volete venire a visitare il centro di Editoria, anche solo un pezzo, dovete pagare un biglietto. Non sorprendetevi poi se a ogni angolo troverete qualcuno che vi chiede soldi. E non parlo di mendicanti, eh, almeno non nell’aspettoAnche di questo vive la città. Anzi, ultimamente soprattutto di questo vivono i suoi abitanti, perché quegli scansafatiche di Lettori non lavorano più come prima. Ed è per tale ragione che nel centro si tengono più volte all’anno dei mercati rionali (spesso in guerra tra loro). Niente pesce, niente verdura, solo libri. Ma molti Lettori ne sono felici. Felici di pagare un biglietto per poi acquistare libri a prezzo pieno e sognare un giorno di venire a vivere in Editoria città. Magari come autori di un piccolo libro, non certo di un inarrivabile libroide. Come? Non conoscete i libroidi? Beh, se vi recate nel centro di Editoria, provateli, sono una specialità locale che viene servita nei migliori ristoranti. Sono un pochino indigesti e anche un po’ cari, e vanno serviti caldi perché una volta freddi (e si raffreddano a una velocità impressionante) proprio non vanno giù. Però vi aiuteranno a capire Editoria meglio di quanto possa fare il sottoscritto.

Editoria è una piccola città, in mezzo alla campagna. Le carte geografiche non la indicano, i navigatori la ignorano. Editoria è solo un’altra città invisibile. Se non vi hanno portato in gita da piccoli, forse non ci arriverete mai.

lunedì 15 gennaio 2018

5 buoni motivi per evitare un editore a pagamento

Avete finalmente terminato il vostro manoscritto. Ci avete messo settimane, mesi, anni, lustri. Alla mamma è piaciuto, alla fidanzata o al fidanzato pure e anche il cane ha guaito tutto felice. Ora però viene il bello: trasformare il vostro manoscritto in un libro, perché è questo che i vostri amici e parenti attendono con ansia. Come i matrimoni, le cresime e le prime comunioni.
Ok, da dove iniziamo? Da un editore naturalmente. Ma ci sono editori che pubblicano esordienti? Sì ci sono, ma dovrete avere pazienza e soprattutto fare un po’ di attenzione. A cosa? Più che a cosa, a chi: agli editori a pagamento, a quelli che vi chiederanno un contributo economico o l’acquisto di un tot numero di copie o il pagamento di servizi accessori (come ad esempio l’editing) prima della pubblicazione. Perché dovete evitare un editore a pagamento? Be’ eccovi 5 buone ragioni.






1) Costa e tanto. Questo può sembrare un problema relativo perché non tutti gli editori a pagamento (EAP) chiedono lo stesso. C’è infatti quello che ha come obiettivo pagarsi il mutuo della casa a Cortina (una rata a manoscritto e con una buona saga si può anche pensare di estinguerlo) e quello che semplicemente non vuole assumersi il rischio di impresa e prova a scaricare, magari solo in parte, questo rischio su di voi. Sappiate comunque che se questa cosa vi sembra normale, cioè non ci trovate niente di strano nel fatto di pagare per il vostro lavoro, io vi assumo. Voglio dire, se mi pagate e vi pagate anche i contributi io la ditta la apro (una a caso) e vi assumo tutti quanti, promesso.

2) Pubblicherà qualsiasi cosa gli proponiate e senza neanche leggerla. Perché leggere costa fatica e tempo e lui di tempo da perdere non ne ha. Del resto se state pensando di pagare per farvi pubblicare anche voi andate di fretta, no? Se vi sembra una buona cosa il fatto che comunque vi pubblichi be’, non è così. Perché? Per varie ragioni che sono spiegate nei tre punti successivi.

3) Vi terrà legati a lui con un contratto da cui non vi libererete facilmente per i prossimi 5 o 10 anni. Quindi, magari tra 3 anni, quando sarete questa volta convinti di avere scritto il romanzo della vostra vita (e non quella sciocchezza buttata giù in gioventù) dovrete rivolgervi a chi? A lui e solo a lui, se non volete pagare penali (che c’è da mettere a posto il tetto della famosa casa di Cortina). Ci sono autori che sono stati rovinati da questi contratti, economicamente e artisticamente.

4) Pubblicare con un editore a pagamento vi squalifica nell’ambiente. Non sarete considerati dagli altri scrittori (che va be’, gente snob e invidiosa) ma soprattutto da critici, riviste, festival, librai e altri editori (e l’ambiente è piccolo, molto piccolo).

5) Non promuoverà il vostro libro per le seguenti ragioni a) i soldi li ha già fatti con voi, perché dovrebbe? b) non ha fondi di magazzino di cui sbarazzarsi perché stamperà giusto le copie che vi comprerete. E se mai avesse dei fondi, tranquilli che vi chiamerà per proporvi di rilevarli “a un buon prezzo” perché se no il vostro capolavoro va al macero c) è il primo a vergognarsi di quello che pubblica. E su quest’ultimo punto non mi sento di dargli torto.